I PREASCOLTI ONESTI – ESCZ 2024 🇨🇿

Il passatempo preferito mio e del mio amico Pablo nella stagione eurovisiva è quello dei tradizionali “preascolti”, ovvero il primo giro di ascolti di tutte le canzoni delle varie selezioni nazionali e relativi giudizi che ci scambiamo tramite Telegram. Questa cosa va avanti ormai da un po’ di anni (penso di aver ascoltato TUTTE le potenziali Eurovision entries almeno delle ultime cinque edizioni, anche se la cosa non mi è ancora valsa la medaglia di benemerenza del Sacro Ordine di San Martin Österdahl) e col tempo ha assunto delle regole ben precise e inderogabili, fra cui:

  • Le canzoni vanno ascoltate per intero e senza skipparne alcuna (tranne casi di forza maggiore);
  • le canzoni vanno ascoltate nell’ordine proposto dalla playlist ufficiale, senza dare la precedenza a chi ci interessa di più;
  • per lo stesso principio, nel caso alcune canzoni vengano rilasciate prima della presentazione ufficiale (vedi Solo di Blanka Stajkow, il cui video ufficiale contava già 12 milioni di views quando fu annunciata alla selezione polacca del 2023) è tassativamente vietato saltare la proverbiale pistola e ascoltarle prima del tempo;
  • non si danno voti numerici, ma è consentito stilare una classifica più o meno accurata dei desiderata a fine sessione.

Sembra una cosa super seria e invece col tempo abbiamo creato una collezione di momenti iconici, sia per aver cannato totalmente le nostre aspettative iniziali su determinati brani, sia per giudizi e valutazioni che non si possono riportare in pubblico. Vado molto fiero di questa tradizione (anche perché mi ha abituato a cercare di giudicare la musica con oggettività, senza farmi prendere dalla “pancia” e soprattutto da pregiudizi e impressioni affrettate) e mi piace così tanto che ho deciso di riportarla qua su EURODORK, come rubrica che spero diventerà ricorrente sotto il nome de I Preascolti Onesti. E anche se a questo giro il mio partner-in-crime è stato impossibilitato affiancarmi nell’ascolto perché in meritata vacanza a [REDACTED], sono qui per raccontarvi la mia opinione sulla prima finale nazionale dell’anno e cioè ESCZ 2024, la selezione della Repubblica Ceca 🇨🇿.

Non sono storicamente un fan della selezione ceca ESCZ per svariati motivi, in primis il fatto che non si tratta di uno show televisivo vero e proprio ma di uno showcase organizzato da ČT (Česká televize) più ad uso e consumo degli eurofan stranieri che dei propri cittadini: la Cechia è una delle nazioni in cui l’Eurovision è meno sentito, malgrado la delegazione abbia fatto un grande lavoro negli anni per cercare di attirare i principali talenti del proprio panorama musicale e un po’ alla volta sia stata ripagata da buoni risultati. Il problema principale risiede soprattutto nella qualità del programma, che va in onda da una popolare venue di musica live (il Roxy Club di Praga): quest’anno si sono fatti discreti passi avanti a livello di produzione e trovo che quello stabilito dai cechi con un budget MINIMO sia lo standard a cui dovrebbero ambire tante fra le selezioni piccole e medio-piccole. Per giudicare, però, non basta ovviamente una performance live su un palco minuscolo con acustica un po’ traballante: mi sono appoggiato anche e soprattutto alle versioni studio, già presenti da martedì sera su Spotify.

Lo show è registrato interamente in inglese ed è andato in onda sia in streaming su YouTube che su ČT art, un canale tematico che si occupa principalmente di cultura: ha condotto il cantante e musicista Adam Mišík, mentre César Sampson (3° all’Eurovision 2018 per l’Austria con Nobody But You) si è occupato di intervistare i cantanti prima di ogni esibizione. La particolarità di questa selezione è che il vincitore non viene determinato e annunciato nel corso della puntata, ma in un programma separato che andrà in onda martedì 12 dicembre: il risultato verrà deciso al 70% dal voto degli eurofan di tutta Europa (potete votare qui o utilizzando l’Eurovision App fino a lunedì sera) e al 30% dal voto del pubblico ceco.

🇨🇿 Aiko (Alena Shirmanova-Kostebelova), Pedestal
Aiko apre le danze con un pezzo alt-rock molto aggressivo e in-your-face – musicalmente ricorda un po’ Annabelle (dalla selezione ceca di due anni fa) o se vogliamo un riferimento più internazionale, i The Cardigans. Sul palco si accompagna con un chitarrista, un batterista e due ballerini: vocalmente è terribilina, un po’ sguaiata come atteggiamento e volgare nell’interpretazione e nel twerking a favore di telecamera. Migliora sicuramente in versione studio, ma andrebbe spogliata un po’ di tutta l’aggressività per avere una chance sul palco dell’ESC. Così com’è, davvero, dove pensa di andare?

🇨🇿 Elly (Eliška Tunková), The Angel’s Share
Tra gli autori figura Argyle Singh, che aveva firmato Watergun di Remo Forrer (Svizzera 2023). Ballata d’atmosfera che esplode sul ritornello con un drop uptempo *al limite* del tamarro. Vocalmente la sento un po’ stridula in certi passaggi e il pezzo in sè fa molto ESC dei primi anni ’10, con strofe e ritornello che suonano sconnessi fra loro. Non mi fa impazzire l’impostazione à la “danza degli spiriti” perché è un cliché usato e abusato che però va molto nella bolla (tanto più che gli spiriti a questo giro sono due ballerini muscolosi a torso nudo).

🇨🇿 Gianna Lei, Starlet

Canzone da basic Spotify girl senza grandi picchi, con una messa in scena poverella e una performer non all’altezza (spesso stonata, vaga a caso sul palco, zero personalità e carisma). La parola giusta per descriverla è “vapida”.

🇨🇿 Lenny (Lenka Filipová), Good Enough

Lenny è già conosciuta al nostro pubblico perché il suo brano Hell.o (2016) è stato una pseudo-hit in Italia, con tanto di performance ai Wind Music Awards l’anno seguente. Si mette in gioco per l’Eurovision con una power ballad eseguita al pianoforte, a tinte un po’ dark/Billie Eilish-iane, che parte lenta ed esplode sul secondo ritornello con l’intervento di una chitarra, un basso elettrico e una batteria. C’è un po’ di discrepanza fra strofe e ritornello (nel senso che il secondo è molto più forte e memorabile delle prime) ma mi colpisce davvero come una proposta che potrebbe guadagnare mille punti se messa in campo su un palco “vero” con una performance più o meno pensata.

🇨🇿 MYDY, Red Flag Parade

Scritta da Maria Broberg (autrice di Solo (Polonia 2023) già da un po’ in rampa di lancio nella scena eurovisiva). Gruppo “glamtronic” di Praga con una canzone che profuma di Unione Sovietica, a tratti fa pensare a Be My Valentine (Ucraina 2009), in generale punta su un sound e un’immagine che sono quanto di più lontano dalle proposte ceche degli ultimi anni. La cantante Žofie ha una personalità molto forte e si vede che hanno lavorato molto sull’aspetto visivo con una performance memorabile e dall’appeal immediato. Forte anche il potenziale memetico con il verso “not saying she’s a witch/but baby she’s a b—-” censurato più volte. Sicuramente è una performance che punterebbe più sul supporto del televoto che sui giurati, ma col nuovo formato delle semifinali (e una finale dove il potere delle giurie potrebbe venire ridotto, ammesso ce lo facciano sapere prima di marzo) può rappresentare una scelta furba e “diversa” da chi verrà poi.

🇨🇿 Tom Sean (Tomas Sean Pšenička), Dopamine Overdose

Scritta da Lukas Hällgren (autore di All The Feels di Renaida, Talking In My Sleep di Paul Rey ma soprattutto She Got Me di Luca Hänni (4° all’ESC 2019 per la Svizzera). Canzone con forte appeal sulla Gen Z e un beat dance/EDM che tutto sommato prende dentro i Millennials e pure la Gen X. Tom canta accompagnato da due coriste e tre ballerini, porta una performance “energetica” nelle intenzioni ma che a mio avviso si sgonfia un po’ nel terzo minuto. Sicuramente un brano più da discoteca che da concorso canoro.

🇨🇿 Tomas Robin (Tomáš Červinka), Out Of My Mind

Altro pezzo EDM/lounge che si sposa alla perfezione con il contesto del club praghese. Revival primi anni ’10, vibes danzerecce e interprete evidentemente abituato ad esibirsi dal vivo. Non sono un superfan della canzone in sè, la trovo un po’ banale e musicalmente “già sentita”, ma riconosco che in questa selezione funzioni e che si inserirebbe bene nel solco tracciato da Lake Malawi, Benny Cristo e We Are Domi se dobbiamo cercare un’altra proposta in grado di fomentare il pubblico live.

In conclusione:

1. 🇨🇿 Lenny (Lenka Filipová)
2. 🇨🇿 MYDY
3. 🇨🇿 Tomas Robin (Tomáš Červinka)
4. 🇨🇿 Tom Sean (Tomas Sean Pšenička)
5. 🇨🇿 Elly (Eliška Tunková)
6. 🇨🇿 Aiko (Alena Shirmanova-Kostebelova)
7. 🇨🇿 Gianna Lei

Non ci giro tanto intorno, per me se la Cechia vuole fare bene all’ESC – e con “bene” intendo un’ipotetica top15, fermo restando il regolamento del 2023 – Lenny è la scelta giusta e inevitabile. Mi colpisce come la proposta più pronta per il palco eurovisivo, con un’interprete che ha esperienza internazionale e può sicuramente emergere con un brano che con la giusta messa in scena diverrebbe immediatamente competitivo su tutti i fronti.

MYDY è la scelta “high risk/high reward”: se va bene e giocano in un anno lento, magari con molte ballad, potrebbero pure fare un risultatone al televoto. La Cechia non è famosa per scegliere proposte che ammiccano così tanto al voto del pubblico, non perché non ci siano stati tentativi in passato (chi si ricorda l’iconica Space Sushi di Jakub Ondra?) ma perché partendo da un bacino di pochissimi paesi amici è una strada che rischia sempre di non pagare, a meno di non portare il pezzone e la performance dell’anno come fece Mikolas Josef a Lisbona 2018. Sarebbe una scelta un po’ off-brand, ma il gruppo ha indubbiamente un fattore X e non mi dispiacerebbe vederli sul palco di Malmö.

Tomas Robin sarebbe la scelta più in continuità con l’approccio degli ultimi anni, ma IMHO la canzone non è così forte e rischierebbe di scomparire in una semifinale con tanti brani competitivi. Dalla 4 in giù per me vanno a farsi malissimo, ma lo dicevo anche l’anno scorso con le Vesna (…)

Torna in alto