ROAD TO ESC 2024 – REPUBBLICA CECA 🇨🇿

Tra le nazioni che hanno costruito un record quantomeno decente nelle ultime edizioni dell’Eurovision, la Repubblica Ceca è indubbiamente quella in cui il contest resta meno seguito dal pubblico generalista. Dal loro ritorno nel 2015, i cechi hanno raggiunto ben cinque finali su otto partecipazioni (con una striscia positiva aperta nel 2022) e in due occasioni sono riusciti a centrare la top10 (6° nel 2018 con Mikolas Josef, 10° nel 2023 con le Vesna): questo non è servito in alcun modo ad aumentare la popolarità all’interno del paese dell’ESC, che continua a venire percepito come un evento poco rilevante e che interessa solamente a una nicchia limitata. Proprio durante l’edizione di Torino 2022 – in cui la Repubblica Ceca era comunque riuscita a staccare il biglietto per la finale – ČT2 ha registrato un record negativo di audience (137.000 spettatori totali, il numero più basso dal 2017 in avanti).

Va detto che la saving grace che ha garantito la sopravvivenza dei cechi nel contest è una delegazione dove storicamente figurano persone che hanno una passione VERA per l’Eurovision come contest musicale e non come strumento per avanzare di grado e di reputazione all’interno del proprio broadcaster. Figure come l’ex capo delegazione Jan Bors o l’addetto stampa Ahmad Halloun sono state vitali per dare una dignità alla partecipazione della Repubblica Ceca, riuscendo a mettere in piedi una selezione (ESCZ) che tutto sommato dura da sette anni ed è stata in grado di attirare artisti interessanti e con un discreto background alle spalle.

Con il passare degli anni ESCZ si è evoluta ed è passata dall’essere un mero showcase di video musicali (2018-19-20), a una votazione su performance simil-live-on-tape registrate in studio (2022) a una vera e propria selezione live con votazione online aperta per diversi giorni e risultati in differita (2023-24). La mia principale perplessità resta nel fatto che ESCZ non ha mai effettivamente accresciuto la sua attrattiva verso il pubblico ceco, anzi al contrario rimane una sorta di fan service che porta a nulla o quasi al di fuori della “bolla”: lo stesso risultato finale è deciso al 70% dal voto degli eurofan internazionali e soltanto al 30% dal pubblico ceco. I risultati sono stati poi comunicati stamattina alle 8:15 CET in una sorta di videochiamata alla vincitrice, che per carità è un passo avanti rispetto all’annuncio “””pubblico””” del 2023, ma a mio avviso resta una soluzione che dimostra poco interesse nel promuovere il prodotto e la scelta di un artista che (teoricamente) non dovrebbe rappresentare la comunità dei fan ma tutta la Repubblica Ceca.

Il pubblico ceco (che valeva appunto per il 30% del totale) ha premiato Elly con 24.679 preferenze, davanti al gruppo MYDY con 6.443 e a Lenny con 4.216. Aiko, classificatasi soltanto quinta in questa prima classifica, è passata in prima posizione grazie ai 33.107 voti raccolti nel voto internazionale, oltre quattro volte rispetto ad Elly (7.817) e ai MYDY (7.283) che devono accontentarsi rispettivamente della medaglia d’argento e di bronzo anche nel computo definitivo.

Sarà dunque Aiko (Alena Shirmanova-Kostebelova) a rappresentare la Repubblica Ceca a Malmö con il brano Pedestal, scritto da lei stessa assieme a Steven Ansell (autore, produttore e voce/batteria del gruppo britannico Red Blood Shoes). Aiko ha 23-24 anni, è nata a Mosca (Russia) ma è originaria di Karlovy Vary e risiede da anni nel Regno Unito: ha partecipato alla quarta edizione cecoslovacca di Idol (2015) classificandosi in top20 e ha all’attivo tre album autoprodotti.

La proposta in sè ha la sua ragion d’essere in versione studio, con evidenti richiami ad Olivia Rodrigo e alla sua hit internazionale good 4 u (brano che vanta diversi tentativi di imitazione in ambito eurovisivo) ma crolla inevitabilmente nella performance live, zoppicante a livello vocale e in più sguaiata oltre il limite del volgare. I cechi non sono nuovi a vere e proprie rivoluzioni delle performance in chiave ESC – come del resto è successo quest’anno con le Vesna, entrate di straforo in top10 quando un po’ tutti avevano smesso di crederci – però è anche vero che il pacchetto così com’è rischia di essere respingente sia per il pubblico (specialmente se, come sembra, il 2024 si rivelerà un anno pieno di uptempo e brani ritmati) sia soprattutto per le giurie internazionali (di cui tuttora, mercoledì 13 dicembre, non sappiamo quale sarà l’effettivo coinvolgimento e con quale peso). I miracoli sono sempre possibili e il materiale di partenza per riuscirci ci sarebbe pure, ma la mia sensazione è che quest’anno la delegazione di ČT farà più fatica del solito a raggiungere l’obiettivo minimo della qualificazione.

 

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