Per anni la narrazione eurovisiva dell’Irlanda si è retta sul suo ruolo di decana della competizione – con le sette vittorie raccolte tra 1970 e 1996, di cui quattro in cinque anni a metà degli anni Novanta, unico vero vanto rimasto a una nazione che non centra la finale dal 2018 e la top10 dal 2011 – ma il trionfo della Svezia a Liverpool, che ha permesso agli scandinavi di pareggiare il record detenuto ormai da trent’anni dalla nazione del Trifoglio, ha un po’ strappato il tappeto da sotto i piedi di RTÉ.
Il leitmotiv di Eurosong 2024, in onda domani sera su RTÉ One come da tradizione all’interno del popolare talk show The Late Late Show (anche se il conduttore non è più Ryan Tubridy, giubilato la scorsa estate per lasciare spazio a Patrick Kielty), avrebbe dovuto essere la ricerca di una proposta in grado di riportare l’Irlanda ai fasti degli anni Novanta, o quantomeno alla serata del sabato. Lo stessso HoD Michael Kealy, intervistato subito dopo l’eliminazione in semifinale a Liverpool, aveva dichiarato di essere pronto a rivedere il processo di selezione e soprattutto cercare di slegarlo dall’alloggio forzato al Late Late Show: troppo spesso in passato la scarsa qualità audio dello studio ha compromesso la resa delle performance, spesso andando anche ad incidere sul risultato finale. Eppure alla fine si è optato per la scelta più conservativa, posticipando i proclami di rinnovo al 2025 e sperando nel frattempo di non dover marcare per l’ennesima volta la casella dell’eliminazione in semifinale.
La rosa di sei canzoni selezionate fra le 378 pervenute a RTÉ si muove su due binari paralleli: continuità con le edizioni passate (rappresentate soprattutto da brani soft pop il più generici possibile, del tipo che dovrebbero mettere d’accordo tutti ma in pratica non entusiasmano nessuno) e un paio di gimmick entry/proposte “shock” inserite nella line-up per fare colore, ma con scarsissime velleità di venite capire al di fuori dei confini irlandesi e fare risultato a Liverpool. Gli eurofan hanno subito preso a cuore queste ultime, giustificando l’apprezzamento con l’idea che l’Irlanda debba a tutti i costi “provare qualcosa di diverso” anche se questo significa schiantarsi allo stesso modo degli anni precedenti (se non peggio). L’aver rivelato i brani poco dopo l’inizio dell’anno, molto prima del bailamme delle varie selezioni, ci ha portati a leggere proclami entusiastici di “miglior finale nazionale dell’anno” che a mio avviso non trovano minimamente riscontro nella realtà , pur riconoscendo il desiderio di Kealy e del broadcaster irlandese di provare a sperimentare altre strade oltre a quelle già battute negli anni scorsi.
🇮🇪 Ailsha Davey, Go tobann (All’improvviso)
A metà fra il goth, il metal, l’elettronica e la musica tradizionale celtica, Go tobann è la canzone che più sembra aver riscosso il consenso degli eurofan. É la prima proposta in lingua gaelica a partecipare alla finale nazionale irlandese dal 1999 (Proinsias Mac An Tuile, An bon bon carr) e si ha quasi l’impressione che sia stata inserita nel cast per placare i tanti irlandesi che da anni lamentano l’assenza di un brano nella loro lingua nazionale, ma non vedo proprio come una proposta del genere possa convincere una giuria professionale: caotica, confusionaria, un mischione di mille cose diverse di cui nessuna funziona davvero (perlomeno nella versione studio, presentata con una qualità audio che “rivedibile” è un complimento) e soprattutto non competitiva e non minimamente vendibile al di fuori della “bolla”. Trovo abbastanza misguided il desiderio dei fan di proporre a tutti i costi un Cha Cha Cha 2.0 in salsa irlandese, tanto più che dovrà competere contro altre proposte che faranno più o meno lo stesso gioco e che verranno accettate sicuramente con più favore dal pubblico generalista.
🇮🇪 Bambie Thug, Doomsday Blue
Bambie Thug è il progetto musicale di Cuntry Ray Robinson, 29enne artista non-binary di Cork la cui proposta spazia fra svariati generi (pop, rap, jazz, screamo, elettronica, outro metal con florilegio di chitarre distorte) e si avvale della collaborazione con la vocalist Cassyette. Come la proposta di Ailsha (con la quale si pesta oggettivamente un po’ i piedi) Doomsday Blue è un brano destinato a non venire capito dai più e che rischia di fallire malamente la prova del live, soprattutto visto e considerato il contesto in cui verrà messo in scena. É oggettivamente difficile immaginarsi la messa in scena di una canzone che cambia sei mood diversi in tre minuti, ponendosi l’obiettivo di “mostrare al meglio tutte le sfaccettature dell’artista” (their words) ma non riuscendo ad incidere sotto alcun punto di vista. Portarla a Malmö, a mio avviso, sarebbe un rischio con bassissime possibilità di pagare.
🇮🇪 Erica-Cody Kennedy Smith, Love Me Like I Do
Più “canonica” la proposta di Erica-Cody, giovane artista R&B di base a Dublino che scende in campo con un pop moderno à la Dua Lipa infarcito di synth anni ’80. Non reinventa la ruota, chiaro, ma con il giusto pensiero dietro (un po’ come era stato con That’s Rich di Brooke Scullion, rappresentante irlandese a Torino 2022) potrebbe risaltare in una competizione che si preannuncia piena di proposte alternative e poco appetibili dal punto di vista della giuria. Peccato per il key change finale, un po’ datato, quasi da schlager dei primi anni ’00. In ogni caso con il verso “I’m the one who can please me” si candida già ad essere definita da Andrea Conti il vero “inno all’autoerotismo” di questo Eurovision Song Contest 2024.
🇮🇪 Isabella Kearney, Let Me Be The Fire
Scritto da Cutfather, produttore danese già vincitore del Junior Eurovision Song Contest 2018 per la Polonia come autore di Anyone I Want To Be di Roksana WÄ™giel. Altro brano pop femminile, ma un po’ troppo catatonico e poco memorabile in confronto al precedente: il beat è anche interessante e si lascia ascoltare, ma si perde un po’ per strada dopo il primo minuto e rischia di non risultare abbastanza interessante in una competizione in cui è fondamentale rimanere in mente dopo un solo ascolto. Isabella rischia di essere un po’ la Connolly di quest’anno, con la differenza che a questo giro tutti si sono buttati su proposte meno “safe” ed è difficile sostenere la causa di questa in particolare (a meno non sia l’unica in grado di produrre una performance decente sul palco del LLS).
🇮🇪 JyellowL, Judas
JyellowL (Jean-Luc Adenrele Ibrahim Koko Uddoh) è un rapper irlandese di origini nigeriane che porta una proposta in linea col suo stile, un African rap in chiave lo-fi che fa il suo ma non c’entra assolutamente nulla con l’Eurovision e con il contesto in cui viene presentato. Non è la prima volta che vediamo proposte simili alla finale irlandese, anche se nessuna ha mai fatto particolarmente bene o si è in qualche modo avvicinata alla vittoria della selezione. La presenza di una vocalist femminile (ToshÃn) a fare da contraltare al rap di JyellowL divide la canzone in due parti che fondamentalmente hanno poco a che fare l’una con l’altra, anche se dal vivo il connubio pop/rap potrebbe dare vita a un’esibizione perlomeno interessante.
🇮🇪 Next In Line, Love Like Us
Boyband al debutto assoluto nel panorama musicale irlandese, composta da cinque ragazzi selezionati e diretti da Louis Walsh (storico giudice di Britain’s Got Talent e plenipotenziario dell’industria musicale britannica). La canzone somiglia da vicino all’ultima rappresentante irlandese We Are One, anche se quel tipo di arena pop anthem è qui riprodotto in modo più “soft” e con meno mordente – una sorta di One Direction all’acqua di rose, giusto per essere chiari. Sicuramente il punto forte di questa proposta è la produzione, oggettivamente di un livello superiore rispetto agli altri cinque brani in gara, ma di base rimane un progetto estremamente datato (anche guardando al di fuori del mondo ESC, dove comunque le boyband sono percepite come un fenomeno del “passato” e di cui gli 1D sono stati l’ultima vera concretizzazione) ed è difficile spiegare per quale motivo, se l’anno scorso non è andata bene con una proposta analoga, questa dovrebbe dare all’Irlanda maggiori chance di qualificazione.
In conclusione:
1. 🇮🇪 Erica-Cody Kennedy Smith
2. 🇮🇪 Next In Line
3. 🇮🇪 Isabella Kearney
4. 🇮🇪 Bambie Thug
5. 🇮🇪 Ailsha Davey
6. 🇮🇪 JyellowL
So che sarà un verdetto impopolare, ma mettendo sul piatto il valore effettivo delle proposte in gara IMHO la bilancia pende sempre dalla parte di una scelta safe da ripulire e presentare al meglio in quel di Malmö. JyellowL tenta di portare qualcosa di “nuovo” in una ricetta che però non si addice particolarmente all’Eurovision come lo conosciamo; Ailsha e Bambie Thug muoverebbero un minimo i cuori degli eurofan, ma non hanno speranze di fare breccia nelle preferenze del pubblico generalista e soprattutto rischiano di riscrivere in negativo l’albo già stracolmo di performance vocali “discutibili” della storia di Eurosong. Portare uno di questi tre pezzi significherebbe davvero una mossa disperata da parte dell’Irlanda, una che peraltro non porterebbe particolare interesse in patria (nessuna delle canzoni in gara sta ottenendo un riscontro commerciale importante) e rischierebbe di farla ripiegare su scelte ancora più safe – o direttamente il ritiro, già più volte paventato dall’HoD Kealy per motivi economici – negli anni a venire.
D’altra parte, è difficile sostenere Isabella o i Next In Line, due proposte che hanno veramente poco da dire e che rischierebbero di passare come carne da macello annunciata anche in una semifinale con soli 15 o 16 brani al via. Per esclusione, credo che sarà quindi Erica-Cody a vincere questa selezione – facendo leva in particolare sul gradimento della giuria e delle fasce di votanti più adulte. Conoscendo il contesto di Eurosong, è più che probabile che le esibizioni live rendano la decisione finale quasi obbligata (un po’ come l’anno scorso, dove i Wild Youth furono gli unici artisti in gara a produrre un’esibizione quantomeno dignitosa) e credo che il materiale minimo per ripulire Love Me Like I Do e metterla in scena in modo decoroso tutto sommato ci sia. In ogni caso, il percorso dell’Irlanda resta decisamente in salita, e a meno di sorprese credo che il traguardo minimo della qualificazione rimarrà l’unico raggiungibile anche per quest’anno.