Prende il via stasera la 62° edizione del Melodi Grand Prix – la selezione nazionale con cui la Norvegia, come da tradizione, sceglie la propria rappresentante per l’Eurovision Song Contest. Il festival, che ormai da cinque edizioni ha assunto un format con diverse semifinali e una finale, si svolgerà in quattro serate: appunto tre semifinali in onda ogni sabato dal 13 al 27 gennaio dagli studi NRK/Marienlyst di Oslo, per poi arrivare alla finalissima del 3 febbraio dove tutto il carrozzone si sposterà al palazzetto Spektrum di Trondheim. Cambiano anche i conduttori: salutiamo la coppia formata da Stian “Staysman” Thorbjørnsen e Arianrhod Engebø per accogliere Fredrik Solvang (storico conduttore dei Gullruten, i Telegatti norvegesi) e Marion Ravn (cantautrice).
Il produttore esecutivo e direttore artistico Stig Karlsen (da me intervistato lo scorso maggio) si è espresso più volte durante la “stagione morta” per promuovere e sostenere dei cambiamenti radicali a suo dire necessari per mantenere l’Eurovision rilevante: in primis la riduzione del peso delle giurie (discussione quanto mai attuale, alla luce del risultato finale dell’edizione 2023 ma anche della reiterata penalizzazione della Norvegia nel 2019, 2022 e 2023 a fronte di buoni e/o ottimi risultati al televoto) ma anche l’introduzione in pianta stabile dell’autotune sia come “strumento” o effetto aggiuntivo sulle voci degli interpreti che come vera e propria correzione delle imprecisioni vocali, come già avviene da anni in quasi tutti i talent show.
Questa edizione del MGP si configura dunque come il manifesto di ciò che Stig Karlsen vede nel futuro dell’Eurovision: il risultato finale sarà deciso al 60% dal pubblico norvegese e al 40% da una giuria internazionale, lo stesso contrappeso che il capodelegazione norvegese ha proposto al Reference Group di EBU e che verosimilmente potrebbe venire implementato nel prossimo ESC. Per la prima volta nella storia del MGP, NRK non ha imposto l’embargo ai pezzi in gara ma ha consentito agli artisti di rilasciarle e promuoverle prima della data ufficiale di presentazione del cast (anche se la maggior parte di loro non si è servita di questa opportunità ). Artisti e brani sono stati selezionati tramite il tradizionale processo dei songwriting camp svolti in giro per la Norvegia con il diretto patrocinio di Karlsen – una delle innovazioni più impattanti portate dalle nazioni scandinave, a cui si sono ispirate diverse nazioni già quest’anno – nonché una fase di recruiting che ha visto la diretta collaborazione di NRK con l’industria musicale norvegese.
Lo show si terrà per i prossimi quattro sabati, in diretta su NRK1 dalle 19:50 CET (come sempre in coda alle estrazioni del Lotto): in ogni semifinale concorreranno sei canzoni, tre delle quali staccheranno il biglietto per la finalissima del 3 febbraio. L’intera manifestazione si potrà seguire sul sito ufficiale di NRK e sarà consentito anche votare (una sola preferenza) tramite questo link.
SEMIFINALE 1 (13 gennaio 2024)
🇳🇴 Fredrik Halland, Stranded
30enne cantautore di Bergen cresciuto musicalmente negli Stati Uniti, presenta una piano ballad di gusto Bieberiano con un crescendo interessante, ma forse troppo barebones e con poco mordente per il pubblico medio. Ricorda un po’ una versione beta di Someone dei Northkid, indimenticata sconfitta dai Subwoolfer nella superfinale del MGP 2022: si gioca il passaggio del turno, ma senza grandi garanzie (specie viste le proposte premiate in Norvegia negli ultimi anni).
🇳🇴 Gothminister, We Come Alive
Gothminister è il nome del progetto gothic metal di Bjørn Alexander Brem, con il quale ha già partecipato al Melodi Grand Prix nel 2013 non superando lo scoglio della semifinale. Mi ricorda un po’ Blood And Glitter, l’entry tedesca dell’anno passato, ma rifatta in chiave più mainstream e accessibile anche se un pochino ripetitiva (posto che bisogna capire come NRK vorrà metterla in scena). Solo una volta in 61 partecipazioni la Norvegia è stata rappresentata all’Eurovision da un brano rock: In My Dreams dei WigWam, proposta anche abbastanza simile a quella di Gothminister, fu una delle sorprese dell’Eurovision di Kiev 2005 e guadagnò alla Norvegia un’insperata top10. Negli anni diverse proposte rock/metal in stile KISS (uno dei pallini di Stig Karlsen) sono arrivate avanti o avantissimo al MGP, per cui non si può decisamente escludere We Come Alive per la corsa al podio.
🇳🇴 Ingrid Jasmin Vogt, Eya
Scritta assieme al produttore di successo Jonas Kroon, Eya mescola la tradizione etnica/folk norvegese e il pop latino con l’aggiunta di uno scacciapensieri molesto (munnharpe) che proietta il tutto in una sorta di riedizione moderna di Alvedansen (La danza degli elfi) di Christine Guldbrandsen – rappresentante norvegese 14° classificata all’ESC 2006: sul finale arriva il classico e scontatissimo dance break che SloMo levati, per poi riprendere il tema del ritornello con l’aggiunta di un gruppo di coriste. Vanta già un gruppo nutrito di supporter all’interno del fandom, come del resto fu molto popolare l’anno scorso Freya di Maria Celin Strisland per poi schiantarsi malissimo al banco di prova del live. Buone chance di passaggio del turno, ma niente di più.
🇳🇴 Margaret Berger, Oblivion
Scritta con Sivert Hjeltnes Hagtvet, autore di Breaking My Heart di Reiley (rappresentante danese all’ESC 2023). Margaret ha vinto il Melodi Grand Prix nel 2013 e torna in gara dopo 11 anni per migliorare il quarto posto raccolto all’Eurovision con I Feed You My Love: anche in questa occasione porta un pezzo electropop, elegante senza risultare forzatamente artistico, forse un po’ meno immediato del precedente ma pur sempre competitivo. Il drop è interessante (anche se un po’ prevedibile) e c’è da credere che le giurie potrebbero spingerla a discapito di altre proposte più attira-televoto.
🇳🇴 Mathilde SPZ feat. Chris Archer & Slam Dunk, Woman Show
Scritta da Audun Agnar Guldbrandsen, Chris Archer e Silje Blandkjenn (tutti già autori di Ekko inni meg di Jone, quinta l’anno passato; Audun Agnar ha anche scritto Ecstasy di Eline Noelia Myreng – nonché praticamente tutto il suo album – e I Am Gay di Liza Vassilieva), assieme a Linda Dale (campionessa in carica come autrice di Queen Of Kings di Alessandra Mele) ed Emmy Guttulsrud Kristiansen (finalista nel 2022 con Witch Woods). Trio eurodance che mette assieme la vocalist Matilde Espeseth, il DJ Chris Archer e il rapper Slam Dunk in una proposta datata e che non accontenta veramente nessuno. Un po’ un “ti piace vincere facile” il riferimento a Cha Cha Cha, la keytar anni ’80 e l’intervento in norvegese di Slam Dunk. Magari in finale ci arriva pure, ma si ferma lì e semmai potrebbe togliere voti e supporto alle sue concorrenti dirette (e come vedremo, ce ne saranno).
🇳🇴 Myra (Regina Tucker), Heart On Fire
Myra è una cantante e rapper originaria della Sierra Leone, già concorrente del talent show di NRK Stjernekamp: la sua produzione abituale è un misto di alt-rap e R&B nel dialetto di Bergen ma al MGP porta un pezzo pop in inglese, tutto sole, cuore, amore e famiglia del Mulino Bianco. Sicuramente mette allegria e gioia di vivere, potrebbe anche risaltare con una performance bella e pensata, ma chi potrebbe prendere il telefono per votare una proposta del genere? La Norvegia ha già bocciato senza appello proposte analoghe in questi ultimi anni (boh, Dinaye e Ane.Fin nel 2021, Alexandra Joner l’anno dopo?) e dubito che per Myra la storia possa essere diversa.
SEMIFINALE 2 (13 gennaio 2024)
🇳🇴 Dag Erik Oksvold & Anne Fagermo, Judge Tenderly Of Me
Duetto modern country che mette in campo due reduci dell’ultima edizione canonica di The Voice – Norges beste stemme: Dag Erik canta la prima strofa, Anne la seconda, infine l’incontro sul ritornello. Il country ha una bella tradizione al MGP, anche se spesso è stato presentato in chiave “ironica” (qualcuno si ricorderà Chicken Rodeo dei Dusty Cowshit, 4° nel 2007) oppure con pezzi che sarebbero stati scartati dall’ultimissimo interprete appena sbarcato a Nashville. Questa di Dag Erik e Anne è una bella ballata che si distacca totalmente dal resto dei brani in gara e può muovere un minimo i cuori, ma non mi vedo super supportata da un televoto che negli ultimi anni non è sembrato mai smaniare per premiare pezzi più lenti.
🇳🇴 Eli Kristin Hanssveen, Touch Of Venus
Pezzo opera-pop da latte alle ginocchia, un po’ Bond song che non ce l’ha fatta, con tanto di vocalizzi e svisi non richiesti in stile Regina della notte. Non mi hanno mai fatto impazzire questi crossover fra canto “lirico” e opera pop perché è molto difficile mischiare le due cose senza risultare tediosi e/o poco credibili, ma anche se Eli Kristin dovesse mangiarsi tutto e tutti con una performance stratosferica non vedo come possa superare lo scoglio di quella che in partenza è la semifinale meno accessibile delle tre.
🇳🇴 Farida Bolseth Benounis, Heartache
Farida torna in gara dopo essere entrata nella finale del MGP 2022 con la ballata Dangerous; ha anche partecipato nel 2023 come autrice di Tresko (Zoccolo) per il suo fidanzato Rasmus Thall. A questo giro partecipa con un brano uptempo-pop-cassa dritta a metà fra il cabaret e il CIRCO (in tutti i sensi), sicuramente di facile presa ma che arriva un po’ ripetitivo al classico key change dell’ultimo minuto. Per risaltare, una proposta del genere ha bisogno di una messa in scena accattivante e “diversa” da tutto il resto, cosa già difficile in un’edizione che si preannuncia come una vera e propria gara a chi lo fa più strano. Possibile candidata a un’eliminazione “””shock””” in semifinale, se deve essercene una.
🇳🇴 Gåte, Ulveham (Pelle di lupo)
I GÃ¥te sono una band folk-rock originaria della regione del Trøndelag, attiva da 25 anni e molto conosciuta in patria: sono diventati famosi per la rivisitazione di brani della tradizione folk norvegese e di antichi poemi norreni, che hanno ispirato anche questa Ulveham interamente scritta e composta nel dialetto del Trøndelag. Sicuramente si differenzia da ciò che la Norvegia porta solitamente all’ESC e anche dai generi che solitamente fanno bene al MGP, il ritornello a mio avviso non è efficace quanto le strofe ma potrebbe esplodere con la giusta performance (che loro possono mettere in campo, data anche la grande esperienza dal vivo). Possibile outsider per la vittoria finale.
🇳🇴 Mileo, You’re Mine
Giovane cantautore norvegese-australiano con un pezzo pop un po’ creepy ma nel modo giusto, un po’ una versione maschile di pezzi iconici del MGP come Jealous ‘Cause I Love You di Venke Knutson o Witch Woods di Emmy Guttulsrud Kristiansen. Ispirata dichiaratamente alla cultura cinematografica horror, agli anime e al K-pop, You’re Mine sta passando abbastanza inosservata tra gli eurofan ma a mio avviso è un pacchetto che arriva in gara con scritto “POTENZIALE SORPRESA” a caratteri cubitali in cima alla bolla di accompagnamento. Da tenere d’occhio in chiave live, dove si giocherà tutto in una semifinale decisamente complicata.
🇳🇴 Super Rob & Erika Norwich, My AI
Scritta da Lars Horn Lavik (Your Loss di Mari Bølla, 2022). Progetto nuovissimo e costituito apposta per il MGP, si compone di una vocalist esperta (Erika Norwich, già in gara al MGP 2020 come featuring di Thomas Løseth) e di Super Rob, un robot alto tre metri a cui presta la voce nientemeno che Gaute OrmÃ¥sen dei Subwoolfer. Tolta la facile ironia sul progetto in sè, il pezzo si muove a metà fra l’hyperpop e il bubblegum pop di Barbie Girl degli Aqua – un revival ovviamente attuale visto il successo del film di Greta Gerwig e che la produzione di questo pezzo sembra richiamare volontariamente. Farà sicuramente parlare perché si inserisce benissimo nei trend contemporanei (a partire dai riferimenti all’intelligenza artificiale) e ha tutto il potenziale per seguire la tradizione norvegese di valanghe di punti al televoto e pochissimo supporto delle giurie.
SEMIFINALE 3 (27 gennaio 2024)
🇳🇴 Annprincess Johnson, Save Me
Giovane cantautrice originaria della Liberia, in gara con un pezzo pop/R&B aperto da una sezione di fischi e caratterizzato da un drop tropical house simil-primi 2010. Carina e ascoltabile in versione studio, non credo possa suscitare un grande supporto del televoto a meno non tiri proprio giù lo studio con la glory note finale. Avrebbe potuto essere una bella proposta per una ipotetica seconda edizione dell’American Song Contest (dove si erano viste diverse proposte simili a questa, tutte o quasi rispedite al mittente).
🇳🇴 KEiiNO, Damdiggida
I KEiiNO li conosciamo tutti: supergruppo formato nel 2019 dai cantanti Alexandra Rotan e Tom Hugo Hermansen assieme al rapper/joikare Fred Buljo, hanno stravinto il MGP con Spirit In The Sky e poi conquistato a sorpresa la vittoria nel voto pubblico all’Eurovision, venendo retrocessi al 6° posto dalle giurie internazionali. Il grande favore conquistato tra gli eurofan ha prolungato di ben cinque anni la durata di un progetto che nelle intenzioni iniziali doveva nascere, vivere e morire nello spazio di un’unica stagione: nel 2021 riprovano il MGP con Monument ma vengono sconfitti in superfinale da TIX, generando un codazzo di polemiche che dura per settimane e non viene completamente sopito neppure nel post-Rotterdam. Passano altri tre anni, un album e innumerevoli singoli (alcuni andati anche benino per gli standard del mercato norvegese) e di nuovo i tre tornano a giocarsi la loro “ultima occasione” al MGP, con un brano che sembra davvero scritto a tavolino per raccogliere tutte le vedove inconsolabili dei brani più di successo della scorsa edizione: Damdiggida non è niente di più che l’esperimento di un Victor Frankenstein della musica che mescola Tattoo, Cha Cha Cha e Queen Of Kings in un frullatore e shakera senza pietà . Il risultato è un tentativo becero e “populista” di ridurre l’unicità e l’originalità del progetto-KEiiNO (ovvero l’unione della tradizione musicale sami all’EDM/pop scandinavo) ai suoi minimi termini, con il joik di Fred sminuito in una sorta di rivisitazione moderna della Rana Pazza. Sicuramente saranno in finale e si giocheranno anche il titolo (e se ci arrivano, un gran piazzamento a Malmö) ma a mio avviso l’Eurovision non ha particolarmente bisogno di questo comeback e così come l’hanno messa giù, Damdiggida rischia di rappresentare la pietra tombale su un progetto che ha già detto più o meno tutto quello che doveva dire.
🇳🇴 MIIA (Mia Virik Kristensen), Green Lights
Scritta da Emelie Hollow, già autrice di Break It di Tiril Beisland e del testo inglese di Fallen Angel di TIX; l’interprete è conosciuta principalmente per un brano del 2016 (Dynasty) che al momento in cui scrivo vanta oltre 160 milioni di streaming su Spotify. Green Lights è una ballad moderna e particolare, con una strofa condotta dal pianoforte e una progressione uplifting molto efficace che racconta il rapporto fra due persone che non sanno decidere se continuare o meno la propria relazione. Nel contesto di questo MGP è una canzone che ha molto da dire, più che altro perché potrebbe “spazzolare” tutti i punti lasciati sul piatto dalle proposte attira-pubblico nel voto delle giurie. C’è il potenziale per rappresentare un ruolo di outsider come altre già viste in passato, certo devono girarle bene molte cose al di là di una qualificazione alla finale che sembra quantomeno scontata.
🇳🇴 Mistra, Waltz Of Death
Nuovo progetto musicale di Benedicte Adrian, vincitrice del MGP nel 1984 come membro del duo Dollie De Luxe, assieme al musicista e chitarrista metal Anders Odden. La canzone è una ballata rock/metal un po’ dimessa, senza una vera e propria struttura strofa/ritornello, apparentemente creata fuori dal contesto MGP e inserita solo per avere in gara a tutti i costi una ex vincitrice. Come tanti legacy act visti negli ultimi anni (Ketil Stokkan, Kate Gulbrandsen, Stig van Eijk) non dovrebbe avere chance di qualificazione.
🇳🇴 Thomas Jenssen, Take Me To Heaven
Composta nel celebre songwriting camp The Woods da Jonas Holteberg Jensen (autore di brani iconici del MGP come Bli med meg pÃ¥ gar’n (Vieni con me nella fattoria) dei TuVeia, Death Of Us di Elsie Bay, Not Meant To Be di Eline Thorp) assieme a David Fremberg, che scrisse La vita non ascolta per Marco Mengoni, e all’autore/produttore J-pop e K-pop Ricky Hanley. Pezzo pop fresco e ballabile, tutto sommato solido anche se avrei un po’ moderato l’uso e abuso del falsetto. Rischia di venire un po’ incasellato nella cifra del gay pop maschile che vediamo spesso all’ESC, ma IMHO si può giocare una presenza quantomeno dignitosa in finalissima.
🇳🇴 Vidar Villa, Mer (Di più)
Vidar ha già partecipato nel 2018 con l’indimenticabile Moren din (Tua madre), brano in cui confessava il suo amore per una MILF che poi era la mamma del suo autore e chitarrista Jonas Thomassen (che torna come autore anche a questo giro). Torna in gara con un brano più convenzionale, molto da Melodifestivalen svedese, con una bella progressione e soprattutto un ritornello appiccicoso e che si lascia canticchiare. Dalla sua ultima partecipazione Vidar si è costruito una discreta fanbase e sarebbe davvero una sorpresa non vederlo accedere all’atto finale, anche se gli eurofan non sembrano considerarlo particolarmente.
In conclusione:
1. 🇳🇴 MIIA (Mia Virik Kristensen)
2. 🇳🇴 Mileo
3. 🇳🇴 Margaret Berger
4. 🇳🇴 Vidar Villa
5. 🇳🇴 Dag Erik Oksvold & Anne Fagermo
6. 🇳🇴 Super Rob & Erika Norwich
7. 🇳🇴 Gåte
8. 🇳🇴 Gothminister
9. 🇳🇴 Fredrik Halland
10. 🇳🇴 Annprincess Johnson
11. 🇳🇴 Farida Bolseth Benounis
12. 🇳🇴 Myra (Regina Tucker)
13. 🇳🇴 Thomas Jenssen
14. 🇳🇴 Ingrid Jasmin Vogt
15. 🇳🇴 KEiiNO
16. 🇳🇴 Mathilde SPZ feat. Chris Archer & Slam Dunk
17. 🇳🇴 Mistra
18. 🇳🇴 Eli Kristin Hanssveen
Ho messo ai primi due posti MIIA e Mileo, ma è chiaro che nessuno dei due abbia grandi chance di raggiungere l’Eurovision – perlomeno per la narrativa che sembra voler spingere NRK, con tanti gimmick e tantissime proposte che si pestano i piedi per accaparrarsi la parte più importante di quel 60% di televoto. E proprio per questo comunque credo che ci sia spazio per una “scelta delle giurie” non totalmente ripulsa dal pubblico norvegese, anche se Margaret Berger mi sembra più indicata a ricoprire tale ruolo in questa linea temporale. In ogni caso, se devo pensare a scegliere la canzone con il maggiore potenziale di fare bene in entrambe le classifiche a Malmö, queste sono le tre proposte che trovo più indicate (e sarei super contento di ritrovarle tutte e tre in finalissima)
La principale corsia in cui si giocherà sarà quella del pop facilone/gimmick con Super Rob & Erika Norwich a mio avviso avvantaggiati sui KEiiNO, che però arriveranno verosimilmente a Trondheim col supporto incondizionato di buona parte del fandom. Nel primo caso c’è da valutare in qualche modo la resa vocale di un pezzo che in versione studio è super processato (anche se Erika si è espressa personalmente per provare a silenziare i detrattori), nel secondo è da capire se il pubblico norvegese si sia in qualche modo “stancato” di loro e sia pronto ad abbandonarli per passare senza rimpianti alla next shiny thing. Non è poi da escludere una qualificazione di Mathilde SPZ feat. Chris Archer & Slam Dunk che potrebbero togliere voti all’una e all’altra, specie in un sistema come quello del MGP dove ogni televotante può esprimere una sola preferenza.
Ci sono inoltre i presupposti per un solido supporto ad una proposta rock, che potrebbe essere GÃ¥te (molto conosciuti in Norvegia e quindi forse sottostimati dal fandom internazionale) o Gothminister. La fascia “etnica” è rappresentata da Ingrid Jasmin Vogt, almeno sulla carta con molti rischi e pochi punti a favore.