Entriamo nel rettilineo finale di quella che si preannuncia come la finale dell’Eurovision Song Contest più incerta degli ultimi anni, con la possibilità di avere il margine tra prima e seconda classificata più stretto da quando esiste il metodo attuale.
1. Francia – 519 punti (312 giuria + 207 televoto)
2. Svezia – 475 punti (180 + 295)
3. Austria – 414 punti (269 + 145)
4. Paesi Bassi – 341 punti (234 + 107)
5. Finlandia – 318 punti (98 + 220)
6. Estonia – 311 punti (58 + 253)
7. Albania – 272 punti (105 + 167)
8. Israele – 250 punti (67 + 183)
9. Svizzera – 247 punti (205 + 42)
10. Italia – 195 punti (114 + 81)
11. Grecia – 110 punti (61 + 49)
12. Norvegia – 109 punti (82 + 27)
13. Ucraina – 95 punti (12 + 83)
14. Spagna – 84 punti (51 + 33)
15. Polonia – 81 punti (12 + 69)
16. Danimarca – 76 punti (63 + 13)
17. Lettonia – 75 punti (47 + 28)
18. Lituania – 74 punti (24 + 50)
19. Armenia – 61 punti (14 + 47)
20. Germania – 60 punti (45 + 15)
21. Portogallo – 52 punti (41 + 11)
22. San Marino – 41 punti (15 + 26)
23. Islanda – 33 punti (3 + 30)
24. Malta – 32 punti (20 + 12)
25. Lussemburgo – 14 punti (5 + 9)
26. Regno Unito – 11 punti (9 + 2)
Sono arrivato a Basilea immaginando la comparsa, a un certo punto, di un outsider che avrebbe scombinato la top3 di partenza formata da Svezia, Austria e Francia e questo scenario non si è mai davvero verificato – se possibile, chi più ci si è avvicinato è la Finlandia, con Erika Vikman che ha conquistato una larga fetta di pubblico durante la seconda semifinale e metriche molto buone (anche se non sensazionali) a livello di engagement social. Le nazioni che si giocheranno la vittoria dovrebbero essere essenzialmente queste quattro.
I KAJ arrivano alla finale con un momentum un po’ “spompato”, soprattutto a livello del fandom, ormai assuefatto a una performance che conosciamo ormai da tre mesi ed è portata sul palco da tre e vere proprie macchine da guerra. Il grande pubblico, che vedrà e ascolterà Bara bada bastu per la prima o seconda volta stasera, non partirà con gli stessi pregiudizi: ho sempre l’impressione che una parte di persone che potrebbero essere ricettive nei confronti di questo tipo di humor finiranno per trovarli comunque troppo “svedesi” e “perfettini” per un joke entry, buttandosi piuttosto su una proposta più immediata e che punta al voto “di pancia” quale è l’Estonia. Credo che la Svezia possa ancora vincere il televoto, ma senza sfondare quota 300 punti (per la prima volta dal 2019) e che questo tesoretto rischi di non bastare se confrontato con ciò che inevitabilmente perderanno da altre nazioni con le giurie.
La Francia vuole dichiaratamente vincere quest’anno. La spinta di France Télé alle chance di Louane è chiarissima e curata nei minimi dettagli, il running order è buono, la performance ideata da Benke Rydman ha trovato una sua dimensione prova dopo prova. Ragionevolmente potrebbe aver sconfitto Austria e Svizzera nel voto delle giurie, almeno per ciò che si è visto ieri sera. I dubbi sulla tenuta al televoto restano, ma mi viene più semplice immaginare Maman capace di guadagnare più punti a Bara bada bastu alle giurie che il contrario nel voto del pubblico.
L’Austria ha un winning path molto stretto: deve sfondare con le giurie come fece Nemo l’anno scorso e poi “tamponare” con un televoto dignitoso. Io non so onestamente quanto interesse ci sia nel premiare una canzone così vicina – almeno nell’immaginario dello spettatore medio – all’ultima vincitrice, però va detto che ÖRF ha fatto un grande lavoro ed è stata in grado di differenziarsi abbastanza da The Code da scongiurare un calo generale di consensi e le stats social dopo la semi 2 sono state in ogni caso convincenti.
I Paesi Bassi sono stati una Top 5 contender per tutta la stagione, senza mai davvero convincere e presentare un argomento credibile in chiave vittoria. Claude potrebbe venire molto premiato dalle giurie e C’est la vie in ogni caso può avere un discreto appeal col pubblico generalista, specie quello che cerca una canzone “moderna” ma il più spoglia possibile dagli orpelli e dalle tante esibizioni complesse che caratterizzano questa edizione.
Finlandia e Albania sono le due vere fanwank dell’anno, anche se indubbiamente si tratta di un supporto che sconfinerà al di là del fandom. Per Ich komme è difficile inventarsi una combinazione di giurie e televoto che possano garantirle la vittoria, per Zjerm è pressoché impossibile (specie considerato come le giurie ESC hanno trattato in passato chi ha provato a portare la musica etnica, anche in modo convincente come Shum).
Possibile spoiler al televoto sarà l’Estonia, che pur da una brutta posizione di partenza (#3) sembra destinata a sfondare e avvicinare la quota fatidica dei 300 punti raccogliendo poi le briciole con le giurie. Israele rimane un grosso punto di domanda, ma va ammesso che la mobilitazione che c’era stata nel “mondo reale” un anno fa non si è verificata allo stesso modo quest’anno: Yuval Raphael farà meglio auspicato dagli eurofan, ma credo rimarrà lontana dai 323 punti cubati da Eden Golan un anno fa.
Il mercato dell’ultimo posto resta appannaggio del Regno Unito, con Lussemburgo e San Marino possibili dark horse.
Per l’Italia, alla luce di ciò che vedo sul palco e del livello medio di questa finale, non vedo perché dovrebbe essere tabù l’obiettivo dichiarato del decimo posto. Penso che Lucio Corsi possa raccogliere indicativamente più o meno la stessa ottantina di punti fra televoto e giurie, con una leggera prevalenza verso queste ultime. In ogni caso, guardando a come è stata messa in scena, Volevo essere un duro non è una canzone che le giurie eurovisive tradizionalmente stravoterebbero e se ciò accadesse sarebbe comunque una rottura con lo standard settato in questi ultimi anni. I sondaggi rimangono molto tiepidi (per non dire di peggio) e non è da escludere una controprestazione che farebbe scivolare la proposta italiana verso la 15° posizione, specie se il suo impatto sarà schiacciato da quello di Finlandia e Polonia.