ROAD TO ESC 2024 – ALBANIA 🇦🇱

Il Festivali i Këngës (Festival della canzone albanese) sembrava essere finalmente entrato nel terzo millennio con le ultime edizioni svoltesi a cavallo fra anni Dieci e Venti (compresa quella del 2021, marchiata dalle restrizioni anti-COVID e svoltasi su un palco all’aperto costruito nel mezzo di Piazza Italia a Tirana), ma la vittoria di Ronela Hajati e il conseguente fallimento della sua Sekret (Segreto) a Torino 2022 hanno riportato indietro la cifra della manifestazione di vent’anni buoni. Si tratta di un festival che vanta 62 edizioni ed ha un passato che non solo precorre l’ESC ma racconta molto della storia moderna dell’Albania, dalla strettissima censura durante il regime dittatoriale di Enver Hoxha fino all’emancipazione degli anni Novanta e Duemila accelerata anche dall’associazione con l’Eurovision (iniziata nel 2004 con la vittoria di Anjeza Shahini con Imazhi yt (L’immagine di te), 7° ad Istanbul con il titolo di The Image Of You).

Il Festival di Sanremo è sempre stato il modello d’ispirazione del FIK, a riprova della vicinanza geografica e dello stretto rapporto fra Italia e Albania. Come a Sanremo, tutte le performance sono accompagnate dall’orchestra; lo stile di conduzione e introduzione degli artisti in gara è anch’esso molto simile, e la proposta musicale può ricordare a grosso modo quella dei Festival di inizio millennio – principalmente ballate orchestrali e super sanremesi, spesso declinate in chiave rock con la presenza di una o più chitarre elettriche. L’attuale direttore artistico Bojken Lako, in ossequio ai criteri di conservatorismo musicale promossi da RTSH, ha deciso di privilegiare l’inclusione nel cast di brani con testi profondi ed emozionali senza curarsi troppo della qualità effettiva delle canzoni intere; sono state inoltre bandite delle idee di performance troppo ardite, elaborate ed “eurovisive”, aspetto che ha portato al ritiro preventivo dalla competizione di tre potenziali favoriti (Samanta Karavello, Kejsi Tola e Sardi Strugaj).

I 31 artisti in gara erano divisi in 14 “Big”, già qualificati di diritto alla finale, e 17 “Nuove Proposte” che sono state scremate a 8 da una giuria professionale. La fase preliminare del festival, condotto da Kledi Kadiu (sì, lo storico ballerino professionista delle prime edizioni di Amici) assieme ad Adriana Matoshi e Krisa Çaushi, si è svolta lungo tutta la settimana prenatalizia con due semifinali di presentazione dei brani e una “serata cover” simil-Sanremo al termine della quale si è tenuto l’annuncio delle qualificate alla finalissima del venerdì. Anche le canzoni eliminate, in ogni caso, sarebbero state eleggibili per la vittoria del titolo di rappresentante albanese a Malmö – premio che, come nella scorsa edizione, sarebbe stato assegnato tramite il solo televoto del pubblico albanese (e kosovaro) e non necessariamente avrebbe coinciso con il vincitore del FiK vero e proprio.

Ora, se da una parte questo metodo di selezione mi trova fortemente contrario – tanto più quando, come abbiamo avuto modo di sperimentare da anni, viene proposto dagli italiani come alternativa alla scelta diretta del vincitore di Sanremo – capisco perché gli albanesi abbiano deciso di intraprendere questa strada, temendo che l’Eurovision fagocitasse il senso del FiK come celebrazione della cultura musicale albanese. Allo stesso tempo, però, questa non può diventare la scusa per chiudere a qualsiasi aspetto di “modernità” e ripiegarsi all’infinito su un modello di proposta musicale superato nel resto d’Europa da almeno vent’anni; in più, lasciare al solo pubblico sovrano la decisione su chi mandare effettivamente in Europa scoraggia (ammesso che ce ne siano) gli artisti che vorrebbero effettivamente andare all’Eurovision ma non hanno una fanbase forte abbastanza da riuscire a mobilitare efficacemente il televoto.

Gli avvenimenti del FiK 62 sono presto riassunti: le prime due serate avevano evidenziato la candidatura di Elsa Lila, già tre volte vincitrice del FiK nonché campionessa in carica, conosciuta anche in Italia per le sue due partecipazioni a Sanremo tra le Nuove Proposte (nel 2003 con l’immarcescibile Valeria e nel 2007 con Il senso della vita). Privata della possibilità di rappresentare l’Albania a Liverpool per il meccanismo di cui sopra, Elsa si è ripresentata con una ballata sullo stile di Adagio di Lara Fabian, scritta apposta per esaltare le sue indubbie doti d’interprete. Il pubblico internazionale, nel frattempo, ha lanciato invece Luan Durmishi e il suo brano Përsëritja (Ripetizione) – un pacchetto forse poco ortodosso per gli standard del FiK, ma che ha subito suscitato paragoni anche un po’ azzardati con In corpore sano di Konstrakta (5° per la Serbia all’ESC 2022) caratterizzandosi come una scelta potenzialmente coraggiosa e che avrebbe rotto la serie di ballate femminili col vocione che hanno rappresentato l’Albania negli ultimi anni.

La realtà è stata che Luan, inserito nel circuito Nuove Proposte, non ha superato il taglio della giuria del giovedì sera ed è stato così eliminato dalla competizione vera e propria (pur rimanendo eleggibile per il discorso Eurovision). Sembrava tutto scritto perché Elsa Lila portasse a casa sia la vittoria del FIK che il titolo di rappresentante albanese, ma il contestato verdetto ha assegnato il titolo a Çmendur (Pazzo) del kosovaro Mal Ratkoceri, con Tiri Gjoci e Shpat Deda relegati alle piazze d’onore. E se tutto questo non bastasse, per il discorso Eurovision è tornata in auge Besa Kokëdhima – artista affermata della scena albanese che non era stata considerata praticamente da nessuno nei giorni precedenti e ha invece vinto il televoto sfruttando la sua enorme popolarità pregressa.

Troveremo dunque a Malmö Besa Kokëdhima – 37enne originaria di Fier (come Ermal Meta ed Eleni Foureira) musicalmente attiva da ormai un ventennio. In passato Besa ha vinto sia il Top Fest che il Kënga Magjike, i due festival “concorrenziali” al Festivali i Këngës nella scena musicale albanese; è stata inoltre giudice della sesta edizione di The Voice of Albania. Ha debuttato al FiK nel 2011 classificandosi in nona posizione con il brano E bukura dhe bisha (La bella e la bestia); due anni prima aveva provato a rappresentare la Romania all’Eurovision con Nothing’s Gonna Change, venendo eliminata nelle semifinali della Selecţia Naţională.

Il brano che Besa porterà in Svezia si intitola Zemrën n’dorë (Cuore in mano) ed è scritto da lei stessa assieme a Kledi Bahiti (già autore di Karma di Anxhela Peristeri, rappresentante albanese all’ESC 2021) su testo della nota cantautrice Rozana Radi. Come da tradizione, ci sarà un sostanziale revamp del brano per portarlo alla durata di tre minuti. (EDIT 23/12, 13:16: a quanto pare è già stata rilasciata una versione studio da 3:00 esatti, con un sound e una produzione più moderni rispetto all’arrangiamento orchestrale presentato sul palco del FiK. Vedremo se il taglio rimarrà questo o verrà rilasciato in seguito un ulteriore ESC cut)

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